typeface 03 | concrete
Max Bill incontra i problemi della forma della scrittura lavorando sulla carta, preparò centinaia di bozzetti per la mostra “konkrete kunst” di Basilea, 1944. Per il manifesto cercò di trovare un soggetto universalmente valido e un’altrettanto valida forma del testo.
In un primo momento la forma esatta scaturiva dalle forme delle lettere, in seguito erano le lettere a prendere forma dalla suddivisione geometrica dello spazio. La struttura diagonale della lettera “k”, presente ben 3 volte - come iniziale - e la conseguente similitudine della “b”, spinsero istintivamente ad una composizione diagonale. Gli angoli erano dati, la famiglia del carattere seguì di conseguenza. Il mix di maiuscolo e minuscolo ricorda il new typeface teorizzato da Tschichold nel 26-29 e da Schwitters in “New Graphic System Typeface” del 27.
Max Bill domina le forme “greche”, la font che disegna porta una forma più autonoma rispetto al puro servizio di lettura. Nel 1949 questo tipo viene riusato per il manifesto “Pevsner, Vantongerloo, Bill”, mostra alla Kunsthaus di Zurigo. In un qualche modo si noto come dia serialità alla sua persona inserita nel movimento d’arte concreta. Come una sorta di typeface istituzionale la utilizzarà nel 1960 per la sua personale a Winterthur e in due serie di francobolli per le poste svizzere (1947, 1974). Nel manifesto del 60 è evidente la combinazione formale tra le lettere e la forma astratta centrale a quadrato rotato, che propone un rapporto formale 1,2,3,4 tra gli elementi che lo compongono e un preciso bilanciamento bilanciamento tonale con il carattere. Quest’ultimo, causa le varie direzioni e relazioni, assume una valenza criptica, un’aura di mistero.
Il simile ordine simmetrico dimostra, in un esame accurato, di essere capace di una composizione ricca e stimolante. Si nota, inoltre, il collegamento tra la rottura dei tratti e l’unica lettera spezzata, la “a”, come un bilanciamento estremo tra ritmo e forme presenti sulla superfi cie del manifesto. Spesso sperimenterà sulle forme singole delle lettere, come nei bozzetti per il manifesto della mostra “Die Farbe”, Zurigo 1944 o per la mostra “Max Bill, Grafiken aus 30 Jahren”, Amburgo, 1970.
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