Scrivere con la macchina: come funziona
La seconda parte – qui la prima – di questo discorso è d’appendice e mi serve per rendermi conto quali siano gli standard utilizzati con l’avvento del desktop publishing fino ad oggi, con l’aggiunta di un paio di “idee” che sono state sviluppate modificando il comune “pensiero binario” avvicinandolo alle scoperte teoriche di interpreti della disciplina che hanno sentito l’esigenza di portae il type design entro le mura del digitale, non solo per la produzione, bensì anche in fase progettuale.
Di che si parla
Un carattere digitale è un set di glifi che permette la scrittura digitale attraverso computer. Strutturalmente è diviso in: ‘Bitmap fonts consist of a series of dots or pixels representing the image of each glyph in each face and size. Outline fonts use Bézier curves, drawing instructions and mathematical formulas to describe each glyph, which make the character outlines scalable to any size. Stroke fonts use a series of specified lines and additional information to define the profile, or size and shape of the line in a specific face and size, which together describe the appearance of the glyph.’
Type 1
Con la tecnologia Postcript la Adobe sviluppa il formato Type1 e permetteva una notevole capacità di incamerare informazione sulla font per permettere loro di adattarsi allottimizzazione su dispositivi a bassa risoluzione e sugli schermi (hinting). Ogni glifo della font viene descritto tramite le curve di Bezièr, quindi attraverso la matematica vettoriale si può manipolarne facilmente le dimensioni e può trasferire gli input di forma dei glifi alle stampanti apposite. Ad essa va però aggiunto un file con i dati bitmap del carattere per essere visualizzato correttamente sullo schermo.
‘This so-called Type 1 outline is then mapped to the grid of the output device and turned into dots or “rasterized”. Essentially if the centre of each grid square falls within or on the glyph outline it is switched on, otherwise it is switched off. Crucially this means that the outline can be scaled to any size before rasterizing.’
Hinting
‘Font hinting is the use of mathematical instructions to adjust the display of an outline font so that it lines up with a rasterized grid. At small screen sizes, with or without antialiasing, hinting is critical for producing a clear, legible text for human readers.’ ‘Hinting is a method of defining exactly which pixels are turned on in order to create the best possible character bitmap shape at small sizes and low resolutions.’
Adobe Font Metrics
‘Adobe Font Metrics (AFM), Adobe Composite Font Metrics (ACFM), Adobe Multiple Font Metrics (AMFM) files contain general font information and font metrics information for the font program. […] An AFM file provides both global metrics for a font program and the metrics of each individual character.’ Si tratta quindi di file che raccolgono i dati dei comportamenti dei caratteri in scrittura, particolare non secondario nel disegno del carattere i cui ritmi formali devono essere bilanciati tra ogni singolo glifo.
Truetype
‘Apple e Microsoft unirono le forze in un’improbabile alleanza per sviluppare un nuovo formato alternativo al Postscript Type1’.
Il formato TrueType permette un maggior controllo del disegno del carattere alle dimensioni più piccole che inlinea con la logica primigenia del type design si devono modificare rispetto alla sua dimensione media per permetterne la lettura. Passo tecnico sul quale sia la fotocomposizione che il postscript hanno sorvolato. Il formato Truetype richiede soltanto un file anziché due.
‘TrueType has other advantages. Its character set support is greater and more extensible for other writing systems and easier to handle as a simple look-up table. Each face also includes its own font metrics - the information on glyph widths, kerning pairs and so on - so that managing fonts is much simpler’.
Multiple Master
‘Multiple master fonts (or MM fonts) are (or, rather, were) an extension to Adobe Systems Type 1 PostScript fonts, now mostly superseded by the advent of OpenType. Multiple master fonts contain one or more “masters” — that is, original font styles — and enable a user to interpolate these font styles along a continuous range of “axes”. With proper application support, these axes can be adjusted on demand. From one MM font, it is conceivable to create a wide gamut of typeface styles of different widths, weights and proportions, without losing the integrity or readability of the character glyphs.’
Questo sistema si avvicina culturalmente al progetto pensato da Noordzij, permettendo di sviluppare il disegno del carattere partendo dalla sua essenza, l’asse, la traccia insita nello scheletro.
Opentype
Il formato in questione è il più avanzato e quello in più veloce espansione d’utilizzo attualmente.
Esso utilizza una struttura simile a quella TrueType ed era in grado di combinarla con i dati di stampa e vettoriali del postscript. “Essenzialmente il nuovo formato utilizza la struttura generale di un font TrueType ma permette di avere sia i profili TrueType che quelli PostScript-style (sebbene siano contenuti nel formato CFF/Type 2)”. Il suo sviluppo inoltre ha permesso di incamerare un numero sempre maggiore di dati e quindi di glifi in modo da incamerare 65.636 glifi in grado di rappresentare qualunque lingua.
Fontographer & Fontlab
Sono i due principali software per il disegno vettoriale dei caratteri, Fontographer, ormai in disuso è stato il primo programma che ha dato la possibilità ai designer di velocizzare il procedimento di progettazione. Entrambi si basano sulle curve di bezièr e forniscono i parametri e gli strumenti per disegnare, sviluppare ed editare i principali formati di caratteri oggi in uso.
Altri programmi come Bitfonter permettono invece di editare caratteri bitmap senza antialiasing per la scrittura e lettura video a dimensioni ridotte.
Interpolation Theory
© Luc(as) de Groot 1987
‘A range of weights is not linear but according to the interpolation curve. With three stems a, b and c - where a is the thinnest, c is the thickest and b is optically between a and c - the following formulas apply to interpolating and extrapolating: b=?ac, a=b2/c, c = b2/a’.
In questa teoria presuppone che un peso otticamente intermedio tra due estremi, uno nerissimo ed uno chiarissimo, non fosse calcolabile attraverso uno schema lineare di passaggi tonali. È inoltre presente un forte richiamo alle teorie che stanno dietro alla tecnologia Multiple Masters.
Random fonts
Just van Rossum e Erik van Blokland di Letterror, manipolando il linguaggio Postscript (modificando quindi gli input di uscita delle informazioni vettoriali tra computer e stampante, aggiungendovi un comando “freakto” nel segmento di codice A-B che disegnasse una linea verso un punto random vicino a B) riuscirono a generare un carattere che veniva stampato con una forma sempre diversa dall’altra. Questo carattere chiamato Times New Random prese poi il nome di Beowolf. “What you see is not what you get”.
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